Maria immacolata, letteralmente “sine macula”, senza macchia.
La sua purezza, il cui assoluto non ha pari, pur non eguagliabile da creatura umana, comporta un inevitabile riconoscimento.
Di più: è motivo di stupore e di richiamo, a fronte dell’inspiegabilità del dogma.
Nel canto sacro di antica tradizione occidentale, Maria immacolata merita espressioni liriche delle più dolci, colme talora di discrezione: “sine tactu pudoris” (senza il contatto dell’intimità), “semper virgo” (vergine sempre), “matris integritas” (madre nell’integrità), e la nascita, che avviene “sine violentia” come già il concepimento “sine semine”, è celebrata come un evento “contra legis iura”, completamente e unicamente altro rispetto alle leggi della natura.
Come Lei, il frutto di tanta eccezionale condizione è il fiore tra i fiori, “pulcher flos”, la cui luce è pari all’aurora, che celebra e rinnova l’annuncio del giorno precedendo il sorgere alla vista del sole.
In Lei, “tota pulchra”, la condizione di “suavissima integritas” (amabilissima perfezione) è specchio dell’unione sponsale al progetto creaturale, nei suoi aspetti precipuamente legati al Divino e all’Umano insieme.
Pertanto, Maria è porta d’accesso al cielo, chiamandoci a levare lo sguardo per ricongiungerci, purificati nei cuori (“re-cor-dando”), all’eterna vita.
Ingresso libero offerta consapevole, devoluto alla Confraternita San Vincenzo De Paoli.