Il percorso, che lambisce per un lungo tratto la Riserva Pian di Landro-Baldassarre per por attraversarla nella parte finale, offre all'escursionista la possibilità di venire a contatto con diverse tipologie di vegetazione boschiva, risultando ur compendio della vegetazione dell'intera Foresta del Cansiglio. La prima formazione che si incontra, in prossimità del pannello segnalatore della riserva è il bosco misto di abete rosso, faggio e abete bianco tecnicamente conosciuto come abieteto esomesalpico montano. Questa tipologia boschiva ha un elevato valore ambientale perché non è molto diffusa e rappresenta in ambito prealpino l'unica formazione in cui coesistono i due abeti e il faggio. Tuttavia, in questo punto non è visibile nella sua massima espressione trovandosi al margine con la strada, esposta maggiormente ad azioni di disturbo soprattutto umano. L'abieteto esomesalpico montano si diffonde di norma in ambienti più favorevoli rispetto a quelli propri della faggeta pura: gradisce pendenze mai elevate, zone di accumulo di suolo e di nutrienti abbastanza ricche in acqua. Le tre specie, l'abete bianco, l'abete rosso e il faggio trovano qui un "reciproco accordo di convivenza" a formare il cosiddetto bosco misto. Proseguendo lungo la strada asfaltata, osservando sempre verso destra all'interno della riserva, si può notare ad un certo punto un netto cambio nella vegetazione forestale: il bosco appare più uniforme e caratterizzato da una sola specie: l'abete rosso. questo il risultato di un rimboschimento: gli alberi non si sono insediati naturalmente, ma sono stati introdotti dall'uomo come piantagione. Si tratta di interventi eseguiti alcuni decenni fa (all'incirca verso la metà degli anni 60) con lo scopo di produrre in tempi più brevi rispetto a quelli naturali legname da opera. Trattandosi di formazioni non naturali (artificiali) il loro equilibrio può mantenersi solo a condizione che l'uomo esegua delle cure colturali durante tutto il ciclo vitale del bosco. Tali interventi, visibili in alcuni punti, tendono a ridurre la quantità di legno morto (pericoloso in certi ambiti per gli incendi) riducendo il numero degli alberi (diradamento) tagliando i rami più bassi, ormai secchi (spalcatura). All'interno della riserva tali interventi vengono condotti con molto scrupolo al fine di non alterare l'evoluzione naturale di queste formazioni artificiali Risalendo lungo la strada bianca dopo Pian Rosada si nota un bosco misto più giovane di quello osservato all'inizio del percorso; qui la mescolanza delle tre specie (faggio, abete rosso e abete bianco) avviene anche per gruppi della stessa specie, o monospecifici (soprattutto abete rosso e faggio). A un certo punto si può notare un netto cambio della morfologia del versante: molte sono le rocce calcaree affioranti e varie le doline e le vallette che si avvicendano a evidenziare il tipico ambiente carsico. Sono questi gli ambienti più favorevoli per il faggio che vince la competizione con gli abeti formando la faggeta montana tipica esalpica, che proprio in Cansiglio è presente con boschi esemplari per l'Italia settentrionale. Una volta entrati nella riserva si può finalmente osservare una significativa espressione del bosco misto di abete rosso, abete bianco e faggio in termini di sviluppo, crescita, distribuzione delle specie; non è difficile imbattersi in alberi di grosse dimensioni che si avvicendano a piante più giovani nate dal seme sparso dagli alberi adulti (rinnovazione naturale). Tutta questa ricchezza che si può osservare in generale negli ambienti attraversati e che si estrinseca nelle piante di alto fusto, si trova anche nella multiforme varietà dello strato erbaceo e nella presenza della fauna, dagli insetti terricoli agli ungulati.
Il sentiero della riserva è un itinerario di circa 7,5 km che si percorre approssimativamente in 3 ore e che attraversa una parte della Riserva Orientata Pian di Landro Baldassarre. Alcune frecce direzionali agevolano gli escursionisti lungo il percorso. Il percorso ha inizio poco dopo l'abitato di Campon, nei cui pressi vi sono due parcheggi ove si può lasciare l'automobile. Procedendo verso Tambre una strada asfaltata si dirama sulla destra e una freccia in legno indica la partenza del percorso. Proseguire lungo la strada asfaltata, lunga circa 3 km e superare il cartello che annuncia l'inizio della Riserva Orientata Pian di Landro-Baldassarre; lo steccato che corre sul lato destro della strada costituisce il confine della riserva. Dopo circa 30 minuti, si giunge all'area picnic attrezzata; prendere la strada bianca che si dirama sulla destra; il percorso sale lentamente e dopo circa 45 minuti in corrispondenza di una freccia prendere un sentiero sulla destra che lascia la strada bianca e s'inoltra nella faggeta (si segnala che proseguendo sulla strada dopo circa 50 m è posizionata una huta cimbra, tipica costruzione locale). Dalla Freccia proseguire per circa 30 minuti nel bosco finché non si esce presso il pascolo di Casera Costalta, procedere lungo il margine del bosco e all'altezza di una freccia prendere il sentiero che s'inoltra nel bosco sulla destra. In corrispondenza di una freccia il percorso prosegue a destra dentro la riserva. Dei segni bianchi-rossi-bianchi (indicazione del Viale 2) posti sugli alberi consentono all'escursionista di seguire il sentiero con ulteriore facilità. E importante rimanere sul tracciato proposto seguendo la segnaletica, non procedere fuori sentiero per evitare di perdersi e per tutelare piante e animali, presenti nella riserva. Il sentiero interseca poi la strada asfaltata percorsa all'inizio e prosegue fino al parcheggio.